Come eliminare le pulci dal gatto: trattamenti e prodotti efficaci

Le pulci del gatto sono parassiti persistenti: una parte vive sul gatto, ma la maggioranza completa il proprio ciclo nell’ambiente (uova, larve, pupe su tessuti e fessure). Eliminare il problema richiede quindi, un trattamento corretto sul gatto e una gestione coordinata della casa. In questa guida trovi come scegliere e applicare i prodotti antipulci in modo efficace, cosa aspettarti nei giorni successivi, un metodo per eliminare le pulci dall’ambiente e gli errori da evitare.
Prima di iniziare con i trattamenti, è importante saper riconoscere i sintomi: come capire se il gatto ha le pulci.
Nota importante: Nel trattamento, evita dosaggi “fai da te”. La scelta del principio attivo dipende da età, peso, gravidanza/allattamento, patologie e convivenza con altri animali. In caso di dubbi, confrontati con il veterinario.
Valutare il livello di infestazione
Non tutte le infestazioni da pulci hanno la stessa gravità. Capire in quale scenario ci si trova aiuta a scegliere la strategia più efficace ed evitare inutili allarmismi o, al contrario, sottovalutazioni pericolose.
Infestazione lieve
In questa fase il gatto può mostrare qualche puntino nero nel mantello (feci di pulce) e un prurito intermittente, soprattutto su collo e base della coda. L’animale appare comunque vivace, non ci sono ferite evidenti e nell’ambiente i segni sono minimi.
In questi casi basta un trattamento completo sul gatto con antiparassitario adeguato, associato a un controllo regolare con pettine antipulci e alla pulizia degli ambienti principali (cuccia, divano, lettiera, tappeti). È consigliabile annotare la data del trattamento e programmare i richiami mensili per non perdere copertura.
Infestazione moderata
Quando le pulci sono presenti da più tempo o in numero maggiore, il prurito diventa più evidente. Il gatto si gratta spesso, può comparire qualche crosticina o area di alopecia localizzata, e pettinando il pelo cadono facilmente feci di pulce. Nell’ambiente si notano puntini neri su cuscini o tessuti.
Qui è fondamentale usare un prodotto a rapida azione, in grado di ridurre velocemente il numero di pulci adulte, e abbinarlo a una gestione ambientale più rigorosa: aspirare accuratamente ogni giorno, lavare i tessuti a 60° e trattare tappeti e zone d’ombra dove le larve possono svilupparsi. Se ci sono più animali in casa, vanno trattati tutti contemporaneamente, anche quelli che non mostrano sintomi evidenti.
Infestazione grave o cronica
In alcuni gatti, soprattutto quelli allergici alla saliva delle pulci (DAP), basta un numero ridotto di parassiti per scatenare prurito estremo, lesioni diffuse, alopecia marcata e croste sanguinanti. Nei casi più prolungati si può arrivare a anemia (mucose pallide, letargia, debolezza) o a parassitosi intestinali come la tenia, trasmessa dalle pulci.
In questa situazione il “fai da te” non è sufficiente: serve una visita veterinaria prioritaria per impostare uno schema terapeutico mirato. Spesso si usano combinazioni di prodotti (ad esempio antipulci orali ad azione rapida più un topico a lunga durata), insieme a terapie di supporto per la pelle e, se necessario, antibiotici o integratori. L’ambiente deve essere trattato in modo serrato, con aspirazione quotidiana, lavaggi frequenti e prodotti ambientali specifici.
Trattamenti antipulci sul gatto: opzioni, pro/contro e uso corretto
Pipette spot-on (applicazione cutanea)
Le pipette sono il trattamento antipulci più diffuso. Si applicano direttamente sulla cute del gatto, solitamente tra le scapole o in più punti lungo la linea dorsale, in modo che il principio attivo si distribuisca nello strato lipidico della pelle e nel mantello. Una volta assorbito, uccide o inibisce le pulci adulte che si nutrono del sangue del gatto e, in alcuni casi, agisce anche sulle uova e sulle larve.

Come applicarle al meglio
- Pesa sempre il gatto: i dosaggi sono calibrati per fasce di peso e usarne una sbagliata riduce l’efficacia o aumenta i rischi.
- Dividi il mantello fino a scoprire la pelle e applica il liquido solo sulla cute, mai sul pelo.
- Evita bagni nelle 48 ore precedenti e per almeno 24–48 ore dopo l’applicazione.
- Non permettere al gatto o ad altri animali di leccare la zona fino a completa asciugatura.
Punti di forza
Sono facili da usare e hanno una buona rapidità d’azione. Alcune marche proteggono anche da altri parassiti come zecche, acari o vermi intestinali.
Limiti e attenzioni
Se la pipetta viene applicata male (sul pelo e non sulla pelle) o se il gatto viene lavato troppo presto, l’efficacia diminuisce drasticamente. Alcuni gatti possono avere irritazioni cutanee o essere disturbati dall’odore/solvente.
Compresse masticabili e orali
Le compresse sono farmaci sistemici: il principio attivo entra in circolo e agisce dall’interno. La pulce muore dopo aver morso il gatto e ingerito il sangue trattato.
Come somministrarle
- Offri la compressa insieme al cibo, così viene assorbita meglio.
- Se il gatto vomita poco dopo, controlla il foglietto: spesso serve ripetere la dose.
- Rispetta scrupolosamente la cadenza (mensile o più lunga, a seconda del prodotto).
Punti di forza
Agiscono in modo rapido e costante, indipendentemente da bagni o pioggia. Sono ideali nei gatti che non tollerano le pipette o quando l’infestazione è particolarmente resistente.
Limiti e attenzioni
Se dimentichi la somministrazione, la protezione salta. Inoltre, in caso di gatti con patologie o che assumono altri farmaci, serve valutare col veterinario eventuali interazioni.
Collari antipulci
I collari rilasciano gradualmente il principio attivo che si diffonde sul mantello, garantendo una protezione di più mesi.

Uso corretto
- Scegli sempre un collare specifico per gatti, dotato di meccanismo di sgancio di sicurezza.
- Regola la misura in modo che restino due dita di spazio tra collo e collare; taglia l’eccesso.
- Controlla se il collare è resistente all’acqua: alcuni perdono efficacia con bagni frequenti.
Punti di forza
Durano a lungo (anche fino a 7–8 mesi), sono pratici e richiedono poca manutenzione.
Limiti e attenzioni
Un gatto che si arrampica molto può rimanere impigliato, per questo è fondamentale la chiusura “quick-release”. Nei soggetti più sensibili possono comparire irritazioni cutanee nella zona di contatto. In case con bambini piccoli serve attenzione, perché potrebbero toccare ripetutamente il collare.
Shampoo e spray cutanei
Lo shampoo antipulci è utile come intervento “d’urto”, ad esempio quando il gatto è pieno di feci di pulce o molto sporco. Pulisce, elimina parte dei parassiti e rende più agevole l’applicazione successiva di un prodotto duraturo. Non garantisce però protezione prolungata.
Gli spray cutanei funzionano in modo simile alle pipette, ma richiedono applicazioni più diffuse sul corpo del gatto. Alcuni hanno indicazioni specifiche per i cuccioli molto giovani, dove altri trattamenti non sono ancora sicuri. Attenzione a non confonderli con gli spray ambientali, che invece vanno usati solo in casa e mai direttamente sull’animale.
Pettine antipulci
Il pettine è un accessorio semplice ma prezioso. Ha denti molto fitti che trattengono pulci e feci di pulce, permettendo di rimuoverle manualmente. Non risolve da solo un’infestazione, ma è ottimo come supporto:
- Passalo ogni 1–2 giorni nelle prime settimane, concentrandoti su collo, dorso e base della coda.
- Usa un foglio bianco leggermente inumidito sotto il gatto: i puntini neri raccolti vireranno al rosso se sono feci di pulce.
- Dopo il pettinaggio, lava sempre il pettine con acqua calda e sapone.
Confronto sintetico delle opzioni
Opzione | Rapidità percepita | Durata tipica | Pro | Contro | Quando preferirla |
---|---|---|---|---|---|
Pipetta spot-on | Rapida | 4 settimane (variabile) | Facile, spesso multi-parassita | Sensibile a bagni/errore di applicazione | Gatti che tollerano bene i topici |
Compressa orale | Rapida e costante | da 1 a più mesi (secondo prodotto) | Indipendente da bagni, aderenza prevedibile | Richiede somministrazione regolare; valutare tollerabilità | Infestazioni tenaci, topici non graditi |
Collare | Graduale | Plurimensile | Lunga durata, bassa gestione | Rischio impiglio, possibile irritazione | Gatti “outdoor” o proprietari che vogliono manutenzione minima |
Shampoo/spray | Immediata ma breve | Ore–giorni | Debulking dei detriti | Non protettivo nel tempo | Come supporto al piano principale |
Pettine | Immediata su singole pulci | N/A | Monitoraggio e rimozione meccanica | Non risolutivo | Controllo e verifica post-trattamento |
Le durate e le sensazioni di rapidità variano per principio attivo e marca. Segui sempre l’etichetta e il consiglio del veterinario.
Cosa aspettarsi dopo il trattamento?
Molti proprietari pensano che dopo un’applicazione o una compressa le pulci spariscano immediatamente. In realtà il processo è più graduale e ci sono fasi che possono confondere. Sapere in anticipo cosa aspettarsi aiuta a non allarmarsi inutilmente.

Nei primi 1–2 giorni
È possibile vedere ancora pulci vive sul gatto. Alcune sembrano addirittura più attive e si muovono in superficie: non significa che il prodotto non funzioni, anzi è il contrario. Le pulci esposte stanno morendo o sono stimolate dal principio attivo a lasciare le zone più profonde del mantello. In questa fase il prurito può restare invariato o sembrare leggermente più intenso.
Dopo 3–7 giorni
Se il prodotto è stato applicato o somministrato correttamente, la maggior parte delle pulci adulte è eliminata e il gatto comincia a grattarsi molto meno. Nei trattamenti orali, soprattutto se assunti insieme al cibo, la riduzione è spesso evidente già dopo 24–48 ore. Nei topici, il miglioramento si nota progressivamente nel corso della prima settimana.
Tra la seconda e la quarta settimana
In molti casi compare quella che i veterinari chiamano “seconda ondata”: non è una nuova infestazione, ma la schiusa delle pupe rimaste nell’ambiente (tappeti, cucce, divani). Queste nuove pulci cercano un ospite e finiscono sul gatto, ma vengono eliminate dal trattamento se la protezione è ancora attiva. Per questo motivo è fondamentale non sospendere il piano e continuare a pulire regolarmente la casa.
Oltre le quattro settimane
Se il trattamento è stato applicato correttamente, le pulci dovrebbero progressivamente ridursi fino a scomparire.
Se invece, dopo un mese, il gatto ha ancora molte pulci o continua a grattarsi con intensità, significa che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe. In questi casi la prima cosa da fare è parlarne con il veterinario, che può consigliare un prodotto diverso o un piano combinato. Spesso, però, la causa non è il farmaco in sé, ma piccoli errori comuni nel trattamento che compromettono il risultato.
Subito dopo il trattamento del gatto: Trattare l’ambiente
Molti proprietari raccontano la stessa storia: trattano il gatto con una pipetta o una compressa, vedono le pulci sparire per qualche giorno… e poi, dopo due settimane, il problema ricomincia da capo. Non è il prodotto che “non funziona”: il vero nemico è l’ambiente. Il 60–70% del problema non è sul gatto ma nascosto nei tappeti, nei cuscini, nelle cucce e persino nelle fessure del pavimento, dove uova e larve continuano a svilupparsi indisturbate.
Trattare il gatto è solo metà del lavoro. Senza una bonifica accurata della casa, le pulci torneranno puntualmente, vanificando ogni trattamento. Per questo è fondamentale un approccio doppio: proteggere l’animale e, allo stesso tempo, eliminare il serbatoio ambientale che alimenta le reinfestazioni.

Eradicare le pulci da casa con metodo
Molti proprietari, pur impegnandosi, finiscono per mantenere viva l’infestazione senza accorgersene. C’è chi lava i tessuti ma con cicli troppo delicati, chi aspira senza svuotare subito il sacchetto: sono tanti gli errori possibili. Eliminare totalmente le pulci dall’ambiente richiede attenzione e metodo, un protocollo preciso e costante di pulizia, non una semplice “pulizia di routine”. Solo così si interrompe davvero il ciclo vitale delle pulci.
- Rimuovi e lava tutti i tessuti di contatto
Subito dopo aver trattato il gatto, togli lenzuola, copricuscini, coprimaterasso, coperte, plaid, tappetini, federe e fodere delle cucce. Lava tutto a 60 °C: è la temperatura che distrugge le uova di pulce. I tessuti che non possono essere lavati ad alte temperature vanno esposti al sole diretto o trattati con un ciclo a vapore. - Aspira ogni giorno
Passa l’aspirapolvere su tappeti, divani, poltrone, materassi, fessure tra i mobili e battiscopa. Insisti nelle zone dove il gatto ama riposare. Svuota sempre il sacchetto o il contenitore all’esterno, perché può contenere uova ancora vitali. - Sanifica cucce e accessori
Lava le cucce in tessuto almeno una volta a settimana. Se sono troppo contaminate e difficili da pulire, valuta di sostituirle con modelli sfoderabili e facilmente lavabili. Giocattoli in stoffa o peluche possono anch’essi nascondere larve: meglio lavarli o metterli in asciugatrice ad alta temperatura per almeno 20 minuti. - Tratta gli ambienti difficili
Nei casi più ostinati, il veterinario può consigliare spray o nebulizzatori ambientali con regolatori della crescita (IGR). Vanno applicati solo su tappeti, tessuti e fessure, mai direttamente sul gatto. Dopo l’uso, arieggia bene la stanza prima di farvi rientrare animali o bambini.
Quanto a lungo continuare
La bonifica non si fa una volta sola: va mantenuta per 4–6 settimane consecutive, fino a coprire l’intero ciclo vitale delle pulci. Solo così eviti le “seconde ondate” di infestazione che derivano dalle pupe rimaste dormienti nell’ambiente.
Errori comuni da evitare nel trattamento delle pulci
Molti fallimenti nei trattamenti antipulci non dipendono dal prodotto in sé, ma da un uso scorretto: applicazioni fatte sul pelo invece che sulla cute, bagni troppo ravvicinati o trattamenti interrotti troppo presto. Ma in alcuni casi non si tratta solo di scarsa efficacia: l’errore può essere addirittura pericoloso per la salute del gatto. Ecco alcune cose da non fare nel trattamento delle pulci.
Usare prodotti antipulci per cani sul gatto
Uno degli errori più pericolosi e purtroppo frequenti è applicare sul gatto antiparassitari formulati per i cani. Non è solo una questione di dosaggio: in molti prodotti per cani sono presenti sostanze come permetrina e altri piretroidi, che il fegato del gatto non è in grado di metabolizzare. I felini hanno infatti una carenza enzimatica nella glucuronidazione, il processo con cui queste molecole vengono neutralizzate e smaltite.
Se un gatto entra in contatto con permetrine ad alte concentrazioni (quelle contenute in molte pipette per cani), può sviluppare rapidamente segni di intossicazione neurologica: tremori, convulsioni, ipersalivazione, ipertermia, fino ad arrivare al coma e, nei casi più gravi, alla morte. Sono purtroppo scenari che i veterinari vedono regolarmente in pronto soccorso, spesso per un errore in buona fede del proprietario che ha confuso le confezioni “simili” di cane e gatto.
Questo rischio non riguarda solo l’applicazione diretta: anche un gatto che vive con un cane trattato con permetrina può intossicarsi, ad esempio leccando la zona di applicazione sul cane o dormendo accanto a lui subito dopo il trattamento.
Sovrapporre trattamenti senza indicazioni
Un errore frequente è pensare che combinare più prodotti antipulci renda il trattamento più efficace o più veloce. In realtà ogni molecola ha già una copertura completa: aggiungere un’altra pipetta, somministrare una compressa insieme o mettere un collare antipulci ancora attivo nello stesso periodo non aumenta la protezione, ma espone il gatto a un eccesso di principio attivo. Questo non solo è inutile, ma può provocare effetti collaterali gravi come irritazioni cutanee, vomito, tremori o, nei casi peggiori, intossicazioni sistemiche.
Anche ripetere la pipetta prima della scadenza, magari perché “vedo ancora pulci”, non fa sparire l’infestazione più in fretta: significa solo sovraccaricare l’organismo del gatto senza dare tempo al prodotto di agire. Se dopo alcuni giorni il risultato non è quello atteso, il problema di solito non è la molecola, ma un errore di applicazione, la mancata bonifica dell’ambiente o altri animali conviventi non trattati.
Applicare la pipetta sul pelo anziché sulla cute
Se il liquido resta sul pelo non penetra e non si distribuisce correttamente. In quel caso l’efficacia crolla. Stessa cosa se il gatto viene lavato o bagnato troppo vicino all’applicazione: il principio attivo non fa in tempo a fissarsi nello strato lipidico della pelle.
Trattare solo il gatto “sintomatico”
Spesso in casa si tratta l’animale che si gratta di più, ignorando gli altri. Ma le pulci si spostano facilmente da un ospite all’altro. Se non vengono trattati tutti gli animali conviventi (anche quelli che sembrano “puliti”), l’infestazione ricomincia in breve tempo.
Non trattare l’ambiente domestico

Il 90% del problema non è sul gatto ma in casa: uova, larve e pupe si nascondono in tappeti, cuscini, fessure. Limitarsi a trattare l’animale senza aspirare, lavare e sanificare la casa significa lasciare in vita la riserva di pulci, pronta a reinfestare.
Sospendere il trattamento troppo presto
Molti smettono dopo una sola applicazione, appena non vedono più pulci. In realtà il trattamento deve proseguire per almeno 8 settimane consecutive, perché il ciclo vitale della pulce — dall’uovo alla nuova pulce adulta — può richiedere fino a due mesi. Solo così si riesce a colpire non solo le pulci presenti sul gatto, ma anche le nuove generazioni che nel frattempo si schiudono nell’ambiente domestico. Interrompere prematuramente equivale a ricominciare daccapo.
Eliminare le pulci del gatto in situazioni particolari
Non tutti i gatti possono essere trattati allo stesso modo. L’età, lo stato fisiologico o la presenza di patologie croniche rendono alcune situazioni più delicate e richiedono scelte mirate. Cuccioli molto giovani, gatte in gravidanza o in allattamento, gatti anziani o soggetti con dermatite allergica da pulci (DAP) hanno bisogni specifici e non tollerano tutti i prodotti comunemente usati. In questi casi il parere del veterinario non è solo consigliato, ma fondamentale per scegliere molecole sicure ed evitare rischi inutili.
Pulci nei gattini: cosa fare

I gattini sotto le otto settimane o che non hanno ancora raggiunto un chilo di peso non possono ricevere la maggior parte degli antiparassitari comunemente usati: il loro metabolismo è ancora immaturo e non riesce a smaltire molecole come piretroidi o isoxazoline, che in questa fase sono potenzialmente tossiche. In questi casi l’approccio è di tipo meccanico: pettinare il piccolo più volte al giorno con un pettine antipulci e, se necessario, lavarlo con uno shampoo delicato formulato per cuccioli, privo di piretro e profumi aggressivi.
L’obiettivo non è eliminare tutte le pulci in una volta sola, ma ridurre il carico parassitario e limitare il rischio di anemia, che nei neonati può comparire molto rapidamente. Solo quando il gattino supera le otto settimane e raggiunge un peso adeguato è possibile introdurre prodotti spot-on autorizzati per quella fascia, come alcune formulazioni a base di imidacloprid o fipronil, sempre sotto controllo veterinario.
Gatta in gravidanza o allattamento, cosa fare
Durante la gravidanza o l’allattamento la scelta del prodotto antiparassitario è particolarmente delicata, perché molte molecole possono attraversare la placenta o passare nel latte. Sostanze come le permetrine o altri piretroidi devono essere evitate, mentre alcune pipette a base di imidacloprid o regolatori della crescita degli insetti hanno studi di sicurezza che ne consentono l’uso in queste condizioni.
È comunque fondamentale che sia il veterinario a indicare la soluzione più adatta, valutando lo stato della gatta e la presenza dei piccoli. Anche l’applicazione richiede accortezza: va fatta in punti non raggiungibili dai gattini durante la poppata per evitare ingestione accidentale. In parallelo, la pulizia dell’ambiente diventa ancora più importante, perché ridurre il numero di larve e uova nei tessuti limita la necessità di ripetere trattamenti ravvicinati sulla madre.
Togliere le pulci a un gatto anziano o con patologie croniche
Nei gatti anziani o con problemi renali, epatici o cardiaci la scelta del trattamento non può essere la stessa di un adulto giovane e sano. Alcuni principi attivi, soprattutto quelli sistemici come le compresse della famiglia delle isoxazoline, devono essere valutati con cautela, perché possono sovraccaricare organi già compromessi o interferire con altre terapie in corso.
In questi soggetti spesso si preferiscono soluzioni topiche ben tollerate e applicate correttamente, così da ridurre il rischio di effetti collaterali sistemici. Dopo la prima applicazione è importante monitorare eventuali reazioni cutanee, vomito o letargia, perché un gatto con riserve ridotte può manifestare segni di intolleranza anche a dosaggi standard. La strategia quindi non è rinunciare alla protezione antipulci, ma adattarla al profilo clinico individuale.
Trattamento per gatti affetti da dermatite allergica da pulci (DAP)
Un gatto allergico alla saliva della pulce vive la presenza del parassita in modo drammatico: anche una sola puntura scatena prurito intenso, alopecia e lesioni diffuse. In questo caso non basta ridurre le pulci, bisogna mantenere la popolazione a livello zero. La terapia prevede prodotti ad azione rapida e con copertura continua, applicati o somministrati sempre con regolarità, senza margini di tolleranza.
La gestione però non si ferma al controllo del parassita: spesso il veterinario associa farmaci per ridurre il prurito o antinfiammatori per interrompere il circolo vizioso che porta a graffiarsi fino a lesionarsi. È frequente dover trattare anche sovrainfezioni batteriche o micotiche, che compaiono come conseguenza dei graffi e peggiorano il quadro cutaneo. La DAP è quindi una condizione cronica che richiede un approccio combinato: controllo assoluto delle pulci e gestione clinica delle manifestazioni cutanee.
FAQ
Perché dopo la pipetta vedo ancora pulci?
Per alcune ore/giorni le pulci già presenti possono essere ancora visibili. Molte stanno morendo o sono spinte a muoversi. Valuta il trend nei 7 giorni successivi.
Dopo quanto tempo “funziona” l’antipulci?
Dipende dal principio attivo: in generale ci si attende un calo netto in 24–72 ore e un controllo stabile entro la prima settimana, se applicato/csomministrato correttamente.
Posso fare il bagno al gatto?
Sì, ma non a ridosso della pipetta. In genere si evita nelle 48 ore prima e 24–48 ore dopo l’applicazione (verifica il foglietto del prodotto). Gli orali non risentono del bagno.
Posso usare insieme collare e pipetta/compresse?
Talvolta sì, ma solo se i principi attivi sono compatibili e con parere veterinario. Evita mix casuali.
Ho fatto tutto ma ho ancora pulci: cosa controllo?
Applicazione sulla cute (non sul pelo), rispetto delle scadenze, trattamento di tutti gli animali, gestione ambientale. Se persiste, valuta con il veterinario un cambio di molecola o schema.